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Festa della Vita 2012

05/02/2012

 

Festa della Vita con i bambini battezzati nel 2011 e le loro famiglie. Domenica 5 febbraio 2012 nella Collegiata di San Perpetuo, ore 11.15 S. Messa e momento di festa alla Casa della Gioventù.

Contributo per i bimbi di Solero grazie alla Fondazione Grattarola.


Domenica 5 febbraio la Comunita' Parrocchiale Solerina ha celebrato la festa della vita. Ormai da molti anni le famiglie solerine che hanno battezzato il proprio bambino o la propria bambina durante l'anno precedente, partecipano alla santa Messa della prima domenica di febbraio per festeggiare con la comunità, per ringraziare Dio per il dono ricevuto e per chiedere al Signore di rinnovare la propria benedizione. Quest'anno la festa ha avuto una doppia valenza: la comunità ha accolto una giovane famiglia del Ghana, celebrando il rito di accoglienza del Battesimo per i due bambini, Patriza e Giovanni Sadrak. La famiglia fa parte del gruppo dei profughi libici che alloggiano ormai da qualche mese presso le case di accoglienza dell'ex "Collegino".
Il Battesimo e' un "supplemento di vita, di vita vera ed eterna che inizia per il battezzando", ha detto don Mario durante la celebrazione, ed è stato benefico per tutti poter ricordare e rinnovare questa forza. La festa si e' conclusa con un piccolo aperitivo e con l'impegno della comunita' di proseguire sul cammino ell'accoglienza e dell'integrazione.
MGP



PREGHIERA PER LA NASCITA DI UN FIGLIO
Benedetto sei Tu, Signore, per l'amore infinito che nutri per noi.
Benedetto sei Tu per la tenerezza di cui ci circondi, per la Tua presenza silenziosa e attenta.
Benedetto sei Tu per questo figlio che ci hai donato e che è frutto del nostro amore.
Rendici trasparenti alla Tua presenza, insegnaci ad essere il sorriso della Tua bontà, perché sarà attraverso il nostro volto di genitori.
Che il nostro bimbo scoprirà il Tuo volto di tenerezza e di amore.
Signore, Tu che sei l'Amore, Ti ringraziamo per tutto l'amore con cui avvolgi la nostra vita.
E se sopraggiungesse qualche preoccupazione nel nostro cuore, aiutaci a confidare in Te e ad affidarTi la nostra vita.


“Molti giovani, in ogni genere di situazione umana e sociale, non aspettano altro che un adulto carico di simpatia per la vita, che proponga loro senza facili moralismi e senza ipocrisie una strada per sperimentare l’affascinante avventura della vita”.
Nel Messaggio del Consiglio Episcopale Permanente per la 34ª Giornata Nazionale per la vita – che si celebra domenica 5 febbraio – l’educazione ha il volto di “adulti contenti del dono dell’esistenza”, in grado di avvertire la loro “responsabilità per il futuro” e di promuovere “un atteggiamento di servizio e di dedizione alla vita”.


MESSAGGIO del Consiglio Episcopale Permanente
per la 34a Giornata Nazionale per la vita
(5 febbraio 2012)

“Giovani aperti alla vita”

La vera giovinezza risiede e fiorisce in chi non si chiude alla vita. Essa è testimoniata da chi non rifiuta il suo dono – a volte misterioso e delicato – e da chi si dispone a esserne servitore e non padrone in se stesso e negli altri. Del resto, nel Vangelo, Cristo stesso si presenta come “servo” (cfr Lc 22,27), secondo la profezia dell’Antico Testamento. Chi vuol farsi padrone della vita, invecchia il mondo.

Educare i giovani a cercare la vera giovinezza, a compierne i desideri, i sogni, le esigenze in modo profondo, è una sfida oggi centrale. Se non si educano i giovani al senso e dunque al rispetto e alla valorizzazione della vita, si finisce per impoverire l’esistenza di tutti, si espone alla deriva la convivenza sociale e si facilita l’emarginazione di chi fa più fatica. L’aborto e l’eutanasia sono le conseguenze estreme e tremende di una mentalità che, svilendo la vita, finisce per farli apparire come il male minore: in realtà, la vita è un bene non negoziabile, perché qualsiasi compromesso apre la strada alla prevaricazione su chi è debole e indifeso.

In questi anni non solo gli indici demografici ma anche ripetute drammatiche notizie sul rifiuto di vivere da parte di tanti ragazzi hanno angustiato l’animo di quanti provano rispetto e ammirazione per il dono dell’esistenza.

Sono molte le situazioni e i problemi sociali a causa dei quali questo dono è vilipeso, avvilito, caricato di fardelli spesso duri da sopportare. Educare i giovani alla vita significa offrire esempi, testimonianze e cultura che diano sostegno al desiderio di impegno che in tanti di loro si accende appena trovano adulti disposti a condividerlo.

Per educare i giovani alla vita occorrono adulti contenti del dono dell’esistenza, nei quali non prevalga il cinismo, il calcolo o la ricerca del potere, della carriera o del divertimento fine a se stesso.

I giovani di oggi sono spesso in balia di strumenti – creati e manovrati da adulti e fonte di lauti guadagni – che tendono a soffocare l’impegno nella realtà e la dedizione all’esistenza. Eppure quegli stessi strumenti possono essere usati proficuamente per testimoniare una cultura della vita.

Molti giovani, in ogni genere di situazione umana e sociale, non aspettano altro che un adulto carico di simpatia per la vita che proponga loro senza facili moralismi e senza ipocrisie una strada per sperimentare l’affascinante avventura della vita.

È una chiamata che la Chiesa sente da sempre e da cui oggi si lascia con forza interpellare e guidare. Per questo, la rilancia a tutti – adulti, istituzioni e corpi sociali –, perché chi ama la vita avverta la propria responsabilità verso il futuro. Molte e ammirevoli sono le iniziative in difesa della vita, promosse da singoli, associazioni e movimenti. È un servizio spesso silenzioso e discreto, che però può ottenere risultati prodigiosi. È un esempio dell’Italia migliore, pronta ad aiutare chiunque versa in difficoltà.

Gli anni recenti, segnati dalla crisi economica, hanno evidenziato come sia illusoria e fragile l’idea di un progresso illimitato e a basso costo, specialmente nei campi in cui entra più in gioco il valore della persona. Ci sono curve della storia che incutono in tutti, ma soprattutto nei più giovani, un senso di inquietudine e di smarrimento. Chi ama la vita non nega le difficoltà: si impegna, piuttosto, a educare i giovani a scoprire che cosa rende più aperti al manifestarsi del suo senso, a quella trascendenza a cui tutti anelano, magari a tentoni. Nasce così un atteggiamento di servizio e di dedizione alla vita degli altri che non può non commuovere e stimolare anche gli adulti.

La vera giovinezza si misura nella accoglienza al dono della vita, in qualunque modo essa si presenti con il sigillo misterioso di Dio.

Roma, 4 novembre 2011
Memoria di San Carlo Borromeo

IL CONSIGLIO PERMANENTE
DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

 

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